lunedì 29 febbraio 2016

Al primo piano - Note di regia

“È il dolore a rendere matti, o è l'essere matti che ti fa provare tanto dolore?” Anche questo rientra tra i dubbi Amletici della nostra società. La malattia mentale non la si può prevedere, non si può catalogarla, né  la si può ignorare: in qualche forma è insita in ognuno di noi e potrebbe esplodere in qualsiasi momento. La chiamiamo malattia, ma può anche essere interpretata come uno stato mentale diverso, causato da una situazione di disagio o da un trauma.
In questo lavoro teatrale,  abbiamo voluto sottoporre al  pubblico il tema del disagio mentale, purtroppo sempre più sottovalutato o addirittura taciuto, e della incapacità della società di gestirlo. È facile attribuire una “malattia mentale” a chi esce dagli schemi, ma è difficile capirne le cause. Con Al Primo Piano, abbiamo voluto creare una storia semplice, che parla di due anziani con un possibile principio di Alzheimer, ricoverati in una struttura che ha un piano terra con tutte le caratteristiche di una casa di riposo, e che dal primo piano in su si trasforma in ospedale di igiene mentale, che offre una “sala comune” come unico spazio di socializzazione. Saranno i medici a decidere se gli anziani sono “matti” oppure no. Saranno loro a operare con farmaci o altri strumenti di “tortura”, tra urla, risate, pianti, improperi e senso di abbandono, contrastati dall’impegno di molti operatori che cercano di trattare da “umani” coloro che una buona parte della società non considera più tali. 
Non abbiamo voluto parlare nel dettaglio della “malattia” e non abbiamo voluto approfondire ciò che accade al primo piano, perché riteniamo che questo sia compito di esperti. Il nostro obiettivo è quello di evidenziare come sia facile spostare per fini utilitaristici il confine tra normalità (vecchiaia) e follia. Non sta a noi fissare questo limite: ogni spettatore ha le sue ragioni e la sua verità.
 
"Prima eravamo matti, adesso siamo malati. Quando saremo considerati uomini?" Giuseppe Tibaldi, responsabile del Centro di Salute Mentale di Torino
 
Un sentito ringraziamento va a Simone Cristicchi, che ci ha indicato e consigliato il suo libro Centro di Igiene Mentale ed. Oscar Mondadori e il suo documentario Lettere dal Manicomio, dai quali abbiamo tratto molti spunti. È doveroso segnalare anche la miniserie televisiva della RAI C’era una volta la città dei matti, per l’attenta e precisa regia di Marco Turco e per la straordinaria interpretazione di Fabrizio Gifuni, nel ruolo del professor Franco Basaglia, ispiratore della Legge 180.

Nessun commento:

Posta un commento